I vaccini sono dei preparati che contengono quantità indebolite di germi patogeni della malattia che si vuole scongiurare. Si dice che abbiano la funzione di stimolare la produzione di anticorpi specifici, cioè delle proteine che difendono l’organismo contro l’invasione di germi nocivi.Il termine vaccino deriva dal latino vacca cioè mucca. Questo perché il pus del vaiolo bovino (una malattia che colpisce le mammelle delle mucche) veniva inoculato per prevenire il vaiolo.L’idea della vaccinazione come prevenzione di malattie specifiche ha origine nel 1796. In quell’anno Edward Jenner, un medico inglese, notò che le addette alla mungitura colpite dal vaiolo bovino (una malattia minore) non contraevano mai il vaiolo (malattia grave). Jenner prelevò quindi del siero infetto dalla mano di Sarah Nelmes, una donna del luogo che lavorava in un caseificio e che aveva contratto il vaiolo bovino, e lo iniettò nel braccio di James Phipps, un sano e robusto ragazzino di otto anni. Il ragazzino si ammalò di vaiolo bovino. Quarantotto giorni dopo Jenner iniettò al ragazzo il siero di vaiolo. Non ebbe alcun effetto su di lui. Questa fu la prima vaccinazione documentata (World Book Encyclopedia, volume 11, 1989, pag. 89). Oggi esistono molti vaccini diffusi e addirittura obbligatori in molti Paesi. La maggior parte delle persone crede fermamente che siano sicuri ed efficaci ma le risultanze di un lavoro di ricerca compiuto su sette dei vaccini più comunemente somministrati non convalidano questa supposizione. I sette vaccini obbligatori sono: l’antipolio, l’antidifterico, l’antimorbilloso, l’antirosolia, l’antiparotite, l’antitetanico e l’antipertossico. (tratto da Promiseland.it)