***"Vaccino Antipolio"***




La poliomelite è una malattia infettiva causata da un virus intestinale che può attaccare le cellule nervose del cervello e del midollo spinale. I sintomi includono febbre, mal di testa, mal di gola e vomito. Alcuni ammalati sviluppano complicanze neurologiche (rigidità del collo e della schiena), debolezza muscolare, dolori alle giunture e paralisi di uno o più arti oppure dei muscoli del sistema respiratorio. Nei casi più gravi la poliomelite può essere fatale a causa della paralisi respiratoria. La cura consiste nel riposo a letto per consentire agli arti colpiti di rilassarsi completamente. Se viene compromessa la respirazione si può ricorrere al respiratore artificiale o al polmone d’acciaio. Potrebbe rendersi necessario un periodo di fisioterapia di due o tre anni.Nel 1955 il dott. Jonas Salk, un medico americano specializzato in microbiologia, mise a punto un vaccino con virus ucciso contro la poliomelite. Nel 1959 Albert Sabin, anch’esso medico e microbiologo americano, preparò un vaccino con virus vivo (orale) contro la polio. Entrambi i vaccini vengono considerati sicuri ed efficaci nella prevenzione della malattia e della sua diffusione. RISULTANZE: Molte persone credono erroneamente che chiunque venga colpito da poliomelite debba subire una paralisi parziale o anche morire. Nella maggioranza dei casi di polio non ci sono invece sintomi particolari. Il virus naturale della polio non produce infatti alcun sintomo in oltre il 90% della popolazione esposta al contagio, anche durante le epidemie. Questo fatto ha portato più di un ricercatore scientifico a trarre la conclusione che l’esigua percentuale di persone che sviluppano una paralisi da polio abbiano una "predisposizione anatomica" verso la malattia. La grande maggioranza della popolazione potrebbe possedere un’immunità naturale nei confronti del germe della polio.Oggigiorno la polio è praticamente inesistente negli Stati Uniti, tuttavia non esistono prove scientifiche inconfutabili che il vaccino antipolio abbia causato la scomparsa di questa malattia. Dal 1923 al 1953, prima dell’introduzione del vaccino di Salk, l’incidenza di mortalità negli Stati Uniti e in Inghilterra era già scesa spontaneamente rispettivamente del 47% e del 55%. Le statistiche evidenziano un simile declino anche in altri Paesi europei.
L'incidenza di mortalità da poliomelite stava diminuendo spontaneamenteprima dell'introduzione del vaccino
(Le cifre riguardano il periodo dal 1923 al 1953)
E quando alla fine il vaccino fu disponibile molti Paesi europei rifiutarono di sottoporre la popolazione all'inoculazione sistematica. Eppure, anche in questi Paesi le epidemie di poliomelite cessarono. Il numero di casi documentati di polio dopo l'inoculazione di massa con il vaccino ucciso fu notevolmente superiore ai casi documentati prima della vaccinazione e negli Stati Uniti fu più che raddoppiato. Per esempio, nel rapporto annuale terminato il 30 agosto 1954 (dopo l'inoculazione di massa) si riportavano 15 casi di polio nel Vermont in confronto ai 55 casi riportati nel periodo annuale terminato il 30 agosto 1955 (dopo l'inoculazione di massa): un aumento del 266%. Rhode Island riportò 22 casi durante il periodo precedente la vaccinazione in confronto ai 122 casi dopo il periodo di vaccinazione di massa: un aumeto del 454%. Le cifre del New Hampshire furono di 38 casi contro i 129; nel Connecticut furono 144 contro 276 e nel Massachusetts furono 273 contro 2027: un aumento vetiginoso del 642%.
I casi di poliomelite aumentarono dopo l'inoculazione di massa
Le cifre riguardano cinque Stati del New England nel periodo dal 1954 al 1955
NOTA: I medici e gli scienziati membri dell'Istituto nazionale della Sanità negli anni Cinquanta erano ben consapevoli che il vaccino di Salk fosse inefficace e mortale. Alcuni di essi dichiararono apertamente che era "inutile come prevenzione e pericoloso da somministrare". Rifiutarono di vaccinare i propri figli. Anche il dott. Salk fu citato per aver detto "non si dormono sonni tranquilli per almeno due o tre settimane dopo aver iniettato il vaccino antipolio ai bambini". Ma la Fondazione nazionale per la paralisi infantile e le compagnie farmaceutiche che avevano investito grosse somme nel vaccino obbligarono il Servizio Sanitario Pubblico americano a firmare una falsa dichiarazione che attestava la sicurezza e l'efficacia al 100% del vaccino.
Il criterio di definizione della poliomelite fu cambiato dopo l'introduzione del vaccino vivo di Sabin. Per esempio, la nuova definizione di un'epidemia di polio richiedeva un numero maggiore di casi documentati per ritenerla tale (35 casi invece dei 20 consueti ogni 100.000). In quel periodo fu ridefinito anche il criterio di diagnosi della paralisi da polio, rendendo molto più difficile confermare e dunque registrare i casi. Prima dell'introduzione del vaccino il paziente doveva presentare sintomi di paralisi per soltanto 24 ore. Non venivano richiesti né analisi né conferme scientifiche per determinare paralisi residue o prolungate. I nuovi parametri esigevano invece che il paziente dimostrasse sintomi di paralisi per almeno 60 giorni e che la paralisi residua fosse confermata almeno due volte nel corso della malattia. Dopo l'introduzione del vaccino i casi di meningite asettica (una malattia infettiva difficile da distinguere dalla poliomelite) venivano registrati molto spesso come malattia separata.Ricordiamo però che tali casi venivano registrati come poliomelite prima dell'introduzione del vaccino. L'efficacia dichiarata del vaccino fu dunque messa in dubbio.
NOTA: La pratica di ridefinire una malattia se contratta da una persona immunizzata non è nuova. Questa era una tattica comune anche durante le epidemie di vaiolo. Per esempio, nel 1936 il Ministero della Sanità inglese ammise che lo stato di vaccinazione di un individuo è un fattore guida nella diagnosi di una malattia. In altre parole, se una persona vaccinata contro una particolare malattia contrae quella malattia, questa viene semplicemente registrata con un nome diverso.
Nel 1976 il dott. Jonas Salk, creatore del vaccino ucciso durante gli anni Cinquanta, testimoniò che il vaccino vivo (usato quasi esclusivamente negli Stati Uniti dai primi anni del 1960 in poi) era "la causa principale, se non l'unica" di tutti i casi di poliomelite negli Stati Uniti dal 1960 (il virus permane nella gola per una o due settimane e nelle feci per circa due mesi. Di conseguenza le persone vaccinate sono a rischio e sono potenzialmente contagiose fintanto che continua l'eliminazione fecale).
Recentemente i Centri federali per il controllo delle malattie (CDC) hanno ammesso che al giorno d'oggi il vaccino vivo è diventato la causa dominante della poliomelite negli Stati Uniti. Secondo le cifre rilasciate dal CDC, l'87% di tutti i casi di poliomelite registrati negli Stati Uniti tra il 1973 e il 1983 sono stati causati dal vaccino, eccezion fatta per i casi importati.
L'87% di tutti i casi di poliomielite furono causati dal vaccino antipolio
Dati del CDC (USA): 1973 - 1983
Dal 1980 al 1989 ogni caso di polio negli USA (escludendo i casi di importazione, anche se 3 delle 5 persone che hanno contratto la malattia durante un viaggio all'estero erano state vaccinate in precedenza contro la polio) è stato causato dal vaccino.
In Finlandia, dove viene impiegato il vaccino ucciso, non è stato registrato alcun caso di poliomelite tra il 1964 e il 1983. Nel 1984, invece, numerosi finlandesi contrarrono la poliomelite risollevando quindi il dibattito delle autorità sulla relativa efficacia di entrambi i tipi di vaccino.
ALIMENTAZIONE: Nel 1948, durante il culmine dell'epidemia di polimelite, il dott. Benjamin Sandler - un esperto alimentarista dell'Oteen Veterans Hospital - descrisse dettagliatamente il rapporto tra la poliomelite e un eccessivo consumo di zuccheri e di amidi. Preparò una documentazione che dimostrava come l'incidenza della poliomelite fosse maggiore nei Paesi con un più elevato consumo di zucchero pro capite. Asserì infatti che tali sostanze disidratano le cellule e sottraggono calcio a nervi, muscoli, ossa e denti. Una grave deficienza di calcio precede la poliomelite.
I ricercatori hanno sempre saputo che la polio colpisce maggiormente nei mesi caldi. Il dott. Sandler osservò che effettivamente i bambini consumano durante l'estate quantità maggiori di gelato, di bibite e di prodotti artificialmente dolcificati. Nel 1949, prima dell'inizio della stagione della polio, egli avvertì (tramite i giornali e la radio) gli abitanti della Carolina del Nord di ridurre il consumo di questi prodotti. Durante quell'estate gli abitanti del luogo diminuirono l'assunzione di zucchero del 90% e i casi di polio in quello Stato diminuirono quell'anno in egual misura (il Dipartimento della Salute dello Stato del Nord Carolina riportò 2.498 casi documentati di polio nel 1948 e 229 casi nel 1949).
NOTA: Una compagnia industriale spedì un milione di galloni di gelato in meno già nella prima settimana seguente la pubblicazione della dieta antipolio del dott. Sandler. Ma il potente consorzio monopolistico Rockefeller, il Milk Trust che vendeva prodotti surgelati alla Carolina del Nord, unì le forze con i potenti commercianti della Cola-Cola (le cui vendite stavano calando) e insieme convinsero la popolazione che le scoperte di Sandler fossero fittizie e che le cifre riguardanti la polio fossero soltanto un caso fortunato. Per l'estate del 1950 le vendite erano risalite ai livelli abituali e anche i casi di poliomelite ritornarono in quell'anno alla "normalità". (fonte BAMBINI E VACCINI Di Neil Miller MACROEDIZIONI)

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